Vino e Olio: i prodotti locali della tradizione marchigiana

I filari di un vignetoLe colline marchigiane, che dolcemente scendono dall’Appennino sino al mare, rappresentano le zone più felici per il fiorire della coltura della vite e della produzione di ottime uve dall’essenza estremamente zuccherina e profumata, indispensabili per ottenere vini di eccellente qualità.

La vite nelle Marche è la coltura arborea principale; sono 2400 gli ettari di vitigni, un terzo dei quali per la produzione dei vini a Denominazione di Origine Controllata. Le Marche hanno un vino per ogni contrada, ognuno con le proprie caratteristiche, ma tutti sono famosi nel mondo e sono considerati eccellenti.

Di questi ben 15 sono i vini DOC (Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, Falerio dei Colli Ascolani, I Terreni di San Severino, Lacrima di Morro d’Alba, Offida, Pergola, Rosso Conero, San Ginesio, Serrapetrona, Rosso Piceno, Verdicchio dei Castelli di Jesi e Verdicchio di Matelica) e 2 vini DOCG (Conero e la Vernaccia di Serrapetrona).

In questi ultimi anni si sono sviluppate tecniche di raffinamento dei vini che richiamano tradizioni consolidate. L'invecchiamento dei vini ha reintrodotto la tradizione delle bottaie; si registrano anche nuove tecnologie, quali il barriche o l'invecchiamento moderato di alcuni bianchi, con cui si arricchisce il vino di sapori e profumi.

A Jesi e a Offida le due sezioni della Enoteca Regionale delle Marche sono ormai punto di riferimento fondamentale per poter apprezzare i vini e i prodotti tipici di tutto il territorio.

Numerose e diffuse nella regione sono poi le feste del vino; gli itinerari che si snodano attraverso le strade e le città del vino sono un invito a gustarne tutte le varietà e i sapori, in un contesto ricco di arte, tradizione e cultura. Da visitare infine a Cupramontana il Museo internazionale dell'etichetta del vino.

 

Olio: il gusto delle Marche

Banco espositivo in un oleificio marchigianoLa coltivazione dell'olivo e la macinazione delle olive nella regione ha origini antichissime. Troviamo menzione dell'olio di oliva a partire dal 1228 quando, alle navi marchigiane che dovevano approdare sul Po, era richiesto un pedaggio consistente in venticinque libbre di olio. Anche i veneziani erano grandi estimatori dell’“olio della Marca”, che rivendevano a un prezzo superiore in virtù dell’aroma e del sapore.

Ancora oggi nelle Marche, grazie a 7.200 ettari di oliveto specializzato e ad una produzione di 45.000 quintali, si produce un olio extra vergine di oliva di grandi qualità organolettiche.

La qualità e la tipicità dell’olio marchigiano sono il frutto della combinazione di vari fattori: la base varietale utilizzata, che unisce al Frantoio e al Leccino alcune varietà locali, il particolare ambiente pedoclimatico marchigiano, le antiche tecniche agronomiche e la tradizione frantoiana che vede convivere le realtà produttive più all’avanguardia con gli impianti che effettuano la frangitura con molazze e l’estrazione a pressione.

L’olio tipico marchigiano è caratterizzato da un fruttato medio-leggero, dal gusto tendenzialmente dolce con note di amaro e piccante.
Tra le varietà autoctone vanno ricordate la Coroncina, il Piantone di Falerone, il piantone di Mogliano, la Rosciola, il Sargano, l’Orbetana, la Mignola, la Carboncella, la Raggia e la Raggiola. La qualità dell’olio è inscindibilmente legata all’oliva.

Molto preziosa è anche l’oliva tenera ascolana, che è unanimemente ritenuta la migliore oliva verde da tavola. Il suo habitat naturale è vicino ad Ascoli Piceno. Nel mondo è nota, oltre che in salamoia, nella versione farcita e fritta “all’ascolana”.